Venendo da Largo Ignazio Chiurlia e attraversando i due archi di Strada San Giuseppe, si giunge in Strada Sagges, dove, sul lato destro, si affaccia il prospetto principale di palazzo Sagges. La casa palatiata viene a formarsi a partire dal XVI secolo quando, in un processo di fusione, le singole case torri medioevali che sorgevano in questa parte della città, vengono aggregate a formare un palazzo dall’aspetto unitario. In epoca più tarda, tra il XVII e il XVIII secolo, si provvederà al rifacimento delle facciate con nuove aperture, logge e ampi portali. Delle vicende di Palazzo si sono conservati atti notarili dai quali è possibile delineare la successione delle famiglie che hanno posseduto l'edificio. Tra le più importanti troviamo i Martinez, di origine spagnola, e i Sagges, che hanno dato nome al complesso. A partire dalla prima metà del XIX secolo i ceti più abbienti cominciano a trasferirsi al di fuori delle mura nel nuovo borgo disegnato dall’architetto Gimma e gli edifici del centro storico subiscono un progressivo abbandono con il conseguente degrado. Sorte che tocca anche al palazzo dei Sagges. Nel 1974, nell’ambito di azioni di risanamento del centro storico, la struttura fatiscente viene espropriata per essere restaurata e destinata, in seguito, ad ospitare la sede della Soprintendenza Archivistica per la Puglia. Attualmente l'edificio ha un doppio affaccio su Strada Sagges, con l'ingresso principale, e su Largo Maurelli. Il prospetto su Strada Sagges ha tre aperture le cui tipologie denunciano le diverse fasi che hanno caratterizzato le vicende dell’edificio. La prima è un ampio arco lunato che testimonia la fase tardo medievale, più avanti abbiamo una semplice apertura con architrave e infine il portale tardo rinascimentale e barocco. Questo presenta un arco a tutto desto con ghiera e stipiti in bugnato che viene inquadrato da due paraste doriche poggiate su bassi plinti che reggono una trabeazione originariamente composta da metope e triglifi che si sono conservati solo alle estremità. Al di sopra due volute barocche inquadrano una finestra rettangolare con cornice in pietra. In alto, su due livelli, si aprono finestre rettangolari con cornici in pietra di cui una trasformata in balconcino aprendone la porzione inferiore del davanzale. Una leggera cornice chiude in alto il prospetto su Strada Sagges.
Superato il grande arco passante che unisce Palazzo Sagges a Palazzo Simi (vedi scheda), si arriva in largo Maurelli dove si affaccia il secondo prospetto dell’edificio. In questo caso è possibile leggere con maggior chiarezza le fasi storiche e le trasformazioni.
Nella parte inferiore si sono conservate le aperture tardo medievali costituite da un accesso con arco lunato più ampio in posizione centrale e due aperture simmetriche, alle estremità del prospetto, che sono state chiuse successivamente. Una monofora con ghiera lunata, anch’essa murata, si apriva al di sopra del portale centrale. L’intonaco della parte superiore non permette di leggere altre eventuali tracce sulle pareti ma non nasconde la presenza di mensole con i fori in cui venivano inseriti bastoni da cui pendevano i tendaggi che coprivano dall’esterno le finestre. La loro posizione, però, ci induce a ritenere che le aperture originali dovevano essere collocate più in basso. Al di sopra delle mensole si legge la traccia di un elemento in pietra che richiama una cornice, forse quanto rimane del limite in alto dell’edificio originario. Su queste tracce si vanno a collocare gli interventi successivi che vedono l’apertura di nuove finestre che, anche in questo caso, saranno successivamente trasformate in balconcini. Alla facciata descritta si addossa ortogonalmente un corpo di fabbrica di minor pregio architettonico su cui si affaccia un balcone su quattro mensoloni in pietra che presentano mascheroni rivolti verso l’osservatore.
L'interno del complesso è articolato e piuttosto irregolare, trattandosi di un'aggregazione di più corpi di fabbrica. Attraversando l'androne, coperto con volta a botte ribassata con quattro lunette per lato, si giunge in un luminoso atrio in cui è collocata una grande scala in pietra. L'atrio permette di raggiungere a sinistra due aule voltate a botte, destinate a sale riunioni, e a destra una torre medioevale inglobata nel palazzo. Questa presenta l’originaria tessitura muraria per tutta la sua altezza e le aperture ad arco lunato. La presenza di questi elementi ci possono dare un’idea di come la città si sia trasformata tra il XVI e il XVIII secolo.
Dall’aeroporto internazionale Karol Woityla di Bari prendere Viale Enzo Ferrari in direzione di Strada Provinciale 204/Viale Gabriele d'Annunzio/SP204. Prendi Viale Europa e Via Napoli in direzione di Via S. Francesco D'Assisi a Bari. Entrare in SS 16 e prendere l’uscita 4 verso Bari centro/porto. Continuare su via Napoli e poi su via San Francesco d’Assisi. Guidare in direzione di piazza Federico II di Svevia.
Prendere E843, Viale Giuseppe Tatarella e Sottovia Giuseppe Filippo in direzione di Via Napoli a Bari. Continuare su via Napoli e guidare in direzione piazza Federico II di Svevia.
Arrivano nelle vicinanze le linee AMTAB 3-12-12/-21-35
Piazza Massari-Piazza Federico II di Svevia-Piazza Prefettura
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