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Chiesa di San Gregorio Armeno

Piazza San Nicola - 6010 - 70122
Gratuito -
committente Basilio Mesardonite
INIZIO COSTRUZIONE Inizio XI secolo d.C.
USO ATTUALE Chiesa
La chiesa di San Gregorio, dedicata a San Gregorio l’Illuminatore, patrono dell’Armenia, è la più antica chiesa consacrata della città di Bari. È inserita nel complesso della Cittadella Nicolaiana, all’interno del recinto fortificato che costituiva la sede governativa del Catapano Bizantino, dove erano situate originariamente varie chiesette (i documenti ricordano le chiese greche di S. Eustrazio, S. Nicola, S. Giovanni Evangelista) e strutture civili (Pretorio, corpo di guardia, ecc.). Tutta l’area fu distrutta sul finire dell’XI secolo quando i nuovi dominatori normanni la cedettero alla città per far posto alla costruzione della nuova basilica dedicata a San Nicola, le cui ossa erano state da poco trafugate dalla città licia di Myra, nell’odierna Turchia, di cui Nicola fu Vescovo. È possibile ritenere che tale edificio sia stato risparmiato dalla demolizione per le sue dimensioni e il suo valore intrinseco. Le sue origini risalgono probabilmente al X secolo. Il primo documento nel quale risulta tale denominazione, appartenente all’Archivio di San Nicola, è del 1015 e fa riferimento a un certo Mele “clericus, abbas, custos et rector ecclesiae sancti Gregorii”. La chiesa era molto amata dai baresi e lo testimoniano le undici iscrizioni funebri dei cognomi baresi più famosi rinvenute sui muri perimetrali. Un’iscrizione del 1308 sulla facciata interna a sud dell’edificio informa che, per un certo periodo, la chiesa venne utilizzata come luogo di sepoltura dai membri della confraternita di San Gregorio, ospitati nella chiesa dal 1497. La chiesa ha conservato perfettamente la sua veste romanica, con la facciata tripartita corrispondente alle tre navate interne, nonostante abbia subito le vicissitudini dei “restauri in stile” di metà ‘900 che hanno cancellato i rimaneggiamenti del Seicento e del Settecento. Alla chiesa di San Gregorio appartiene inoltre anche la serie di “Misteri” della Passione, statue in legno e cartapesta che vengono portate in processione ad anni alterni il Venerdì Santo (soprannominati in dialetto barese vendelùse, ovvero “suscitatori di vento”).
INIZIO COSTRUZIONE Inizio XI secolo d.C.
CONSACRAZIONE Inizio XI secolo d.C.
committente Basilio Mesardonite
EDIFICI PRECEDENTI Tempio in onore di San Demetrio
Nel 1011 una epigrafe greca di “rifondazione” del kastron bizantino attesta che il catapano armeno Basilio Mesardonite aveva costruito un tempio in onore di San Demetrio, protettore dell’esercito. Originariamente la chiesa non era quindi dedicata a San Gregorio. Sappiamo altresì che nel 1015 la chiesa era retta dal chierico armeno Mele, figlio del sacerdote Maione da Bari. Il cambio di dedicazione avverrà contestualmente al cambio di proprietà dell’edificio. Verso il 1040 infatti la chiesa divenne di proprietà privata, entrando a far parte del patrimonio della famiglia aristocratica armena dei Kiri Adralistos, la quale decise di dedicare la chiesa al patrono armeno. Più tardi passò a far parte del patrimonio della cattedrale, fino al 1308, anno in cui Carlo d’Angiò chiese che l’arcivescovo Romualdo la donasse al clero della basilica di San Nicola. Intorno alla struttura fu creato prima un cimitero per nobili e membri del clero e poi costruito l’Ospizio dei pellegrini.
STILE Stile romanico
MECENATE Basilio Mesardonite

La chiesa di S. Gregorio, edificata sul finire del X sec., sorgeva, insieme ad altri edifici di culto (i documenti ricordano le chiese greche di S. Eustrazio, S. Nicola, S. Giovanni Evangelista) e a strutture civili (Pretorio, corpo di guardia, ecc.) all’interno del recinto fortificato che costituiva la sede governativa del Catapano Bizantino (Tema di Longobardia). Tutta l’area fu distrutta sul finire dell’XI secolo quando i nuovi dominatori Normanni la cedettero alla città per far posto alla costruzione della nuova Basilica dedicata a San Nicola (vedi scheda), le cui ossa erano state da poco trafugate dalla città di Myra in Licia, nell’odierna Turchia, di cui Nicola fu Vescovo. Il prospetto principale, che si affaccia su piazzetta 62 Marinai, è tripartito da due lesene concluse da cimase. La parte centrale cuspidata si eleva oltre gli spioventi dei due lati corrispondenti alle navatelle laterali. Nella porzione centrale si apre un ampio portale di ingresso con arco a tutto sesto, al di sopra del quale sono presenti tre monofore centinate con cornici a grani di rosario. Sotto il timpano che conclude la facciata, incorniciato da mensole con motivi floreali e animali, si trova un finestrone la cui specchiatura e caratterizzata da una doppia coppia di bifore poste su due livelli sovrastanti. Nelle fasce laterali del prospetto sono collocati due portali minori, con arco a tutto sesto con doppia ghiera lunata, che consentivano l’accesso alle navate laterali e che furono parzialmente chiuse nel ‘600 per la realizzazione di due altari all’interno. Al di sopra dei portali sono collocate due monofore con cornice modanata chiuse da transenne in pietra lavorata a traforo. La parte absidale ripete il motivo tripartito della facciata sottolineato dalle tre absidi con copertura in lastrine di pietra calcarea (chiancarelle). Sulle due absidi laterali si aprono strette monofore, mentre in quella mediana, di maggiori dimensioni, è presente una più ampia monofora contornata da una cornice a grani di rosario. Il prospetto sud (quello nord è occluso da edifici addossati) presenta in un doppio ordine corrispondente alla differenza di altezza tra la navata laterale e quella centrale. Nella parte superiore (cleristorio) si aprono tre monofore che danno luce dall’alto alla navata centrale mentre più in basso quattro monofore danno luce alla navata laterale. In posizione leggermente decentrata un portale con ghiera lunata preceduto da una scala in pietra, fa da accesso laterale alla chiesa. La presenza della scala sottolinea il forte dislivello tra la quota di calpestio interno rispetto all’attuale piano stradale. Un piccolo campanile fu abbattuto durante i restauri, degli anni trenta del Novecento. Scolpite sulle pareti esterne si possono leggere undici iscrizioni funerarie riferite a personaggi i cui sepolcri erano posti a ridosso delle mura. Durante i secoli vennero addossate alla chiesa diverse fabbriche che ne hanno occultato parti consistenti fino ai radicali interventi di restauro del 1928. In questa fase si provvide a liberare il lato sud e le absidi dalle superfetazioni. In particolare fu demolita la grande cisterna per la raccolta delle acque piovane che si addossava alle absidi e i corpi di fabbrica che chiudevano la piazza addossandosi alla torre di sinistra della Basilica di San Nicola.

L’interno è a tre navate separate da quattro colonne e un pilastro centrale con semi colonne addossate su cui si impostano sei archi a tutto sesto che poggiano su piedritti che ne esaltano lo slancio verso l’alto. I capitelli sono di reimpiego di epoca altomedievale (VII-VIII-XI sec.) e sono caratterizzati da motivi vegetali e antropomorfi. Sui capitelli delle semicolonne addossate ai pilastri sono raffigurate figure leonine separate da un volto umano. La diversità degli stili e delle datazioni dei capitelli e delle colonne fa ritenere che ci si trovi di fronte non alla chiesa originaria di San Gregorio della fina del X sec. citata nei documenti bizantini, ma a un rifacimento più tardo del XII sec., ricostruita probabilmente dopo le distruzioni che la città subì ad opera di Guglielmo il Malo nel 1156. Al centro dell’abside è posto un crocifisso ligneo dipinto del ‘600. La copertura della navata centrale è a capriate che originariamente sostenevano un controsoffitto in legno dipinto. Tra il XVII e il XVIII sec. l’edificio assunse una veste barocca con l’inserimento di altari, cappelle laterali, immagini e nicchie, provocando lesioni alle strutture. Ulteriori interventi furono realizzati nell’800 quando fu creata un’apertura sulla porta principale che dalla cantoria in legno immetteva sul terrazzo. Con i lavori del 1927 furono rimossi gli altari barocchi di Sant’Antonio, S. Biagio e S. Vito, nella navata sinistra, e quello del Carmine, nella navata destra, sostituite le capriate, fu chiusa la porticina di accesso al terrazzo, fu demolito il campanile, riaperte le monofore della navate minori e riportare alle dimensioni originarie le sei monofore della navata centrale.

Nella chiesa di San Gregorio ha sede la Pia Unione Portatori Misteri della Passione di nostro Signore Gesù Cristo. I “Misteri” sono statue raffiguranti le tappe della passione di Cristo che vengono portate in processione la sera del venerdì santo. I Misteri della città di Bari hanno origine nella seconda metà del Settecento, quando si tennero per la prima volta a Bari due processioni rievocative della Passione di Cristo. La prima processione (che pare essere la più antica) veniva organizzata dalla Confraternita che faceva capo alla chiesa della Vallisa, mentre la seconda dalla chiesa di San Pietro delle Fosse, nelle vicinanze del porto. Con la soppressione degli Ordini religiosi, le statue di quest’ultima vennero richieste da un gruppo denominato della Passione e della Morte, riconosciuto ufficialmente nel 1850. Tale gruppo ottenne “l’altare della Passione con cinque statue: Vergine Addolorata, Cristo Morto, Calvario con la croce, Ecce Homo alla colonna, Cristo all’orto” che vennero portate nella chiesa di San Gregorio. Nel 1825, al fine di limitare la confusione provocata dallo svolgimento simultaneo di due processioni uguali e concorrenti, l’arcivescovo B. Clary stabilì che i due gruppi provvedessero alla processione ad anni alterni (anni pari le statue della Vallisa; anni dispari quelle di San Gregorio).


Come raggiungere la città
airport AEREOPORTO  

Da viale Enzo Ferrari continuare in direzione di Strada Provinciale 204/Viale Gabriele d'Annunzio/SP204. Prendere Viale Europa, SS16, Via Napoli e Corso Vittorio Veneto in direzione di Via Venezia a Bari. Seguire Via Venezia e Largo Papa Urbano II fino a Piazza S. Nicola.

motorway AUTOSTRADA  

Da casello Bari Sud dell’autostrada A14 prendere E843, Viale Giuseppe Tatarella, Sottovia Giuseppe Filippo, Via Brigata Regina e proseguire su Corso Antonio de Tullio in direzione di Via Venezia a Bari. Seguire Via Venezia e Largo Papa Urbano II fino a Piazza S. Nicola.

other MEZZI  

Arrivano nelle vicinanze di Largo Abate Elia le linee AMTAB A (area sosta Piazza Massari)- 2/-10-12/-35.

park PARCHEGGIO  

Lungomare Imperatore Augusto-Area Parcheggio Museo Archeologico